Prescrizione di farmaci: errori nella terapia antibiotica in assenza dati clinici adeguati

Il medico risponde di lesioni colpose se somministra al paziente famaci antibiotici senza adottare le più opportune precauzioni inerenti relative alla combinazione degli stessi e senza approfondire e conoscere la storia clinica del paziente.

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Caso di studio

A due medici di una casa di cure si rimproverava di aver provocato lesioni colpose nel paziente proveniente da altra struttura ospedaliera in seguito ad un intervento di artroscopia all’anca destra.

In particolare, al primo medico si contestava di aver prescritto al paziente un farmaco antibiotico che determinava un peggioramento delle sue condizioni di salute nonostante l’allergia alla penicillina fosse annotata nella cartella clinica della casa di cure. Mentre, al secondo medico, si rimproverava di aver modificato la precedente terapia antibiotica e, prescritto, in assenza di dati clinici e di laboratorio specifici, un farmaco diverso che, in combinazione con l’antibiotico Colistina, provocava al paziente uno shock anafilattico.

Cosa dice la Cassazione

La IVa sezione penale della Corte di cassazione, con la sentenza n. 42000/2019 ha censurato il giudizio di non colpevolezza stabilito dalla Corte di appello limitatamente al solo medico che ha modificato la terapia farmacologica del paziente.

In riferimento alla modifica della terapia antibiotica, la Suprema Corte ha affermato che il processo terapeutico presuppone un’attività di anamnesi che deve comprendere anche la conoscenza della storia clinica del paziente e delle precedenti terapie e ricoveri a cui è stato sottoposto.

È dovere del medico condurre le sue analisi tenendo altresì conto della specificità del paziente che ha in cura e che, anche in assenza di protocolli, quando la specificità del paziente lo richiede il medico deve adottare opportune precauzioni facendo precedere ed accompagnare la somministrazione di farmaci da idonei accertamenti.

Inoltre, il medico deve: 1) valutare, nel quadro complessivo generale, le possibili interazioni tra le sostanze somministrate al paziente; 2) verificare le possibili e reciproche influenze, tenendo conto che il farmaco somministrato non sia sconsigliato; 3) adottare ogni utile accorgimento.

Conclusioni

In conclusione, è possibile affermare che risponde di lesioni colpose il medico che non conosca la storia clinica del paziente che ha in cura e, in caso di somministrazione di farmaci, eviti di disporre ed eseguire idonei accertamenti prima che il paziente li assuma.

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