Il chirurgo che, disinteressandosi negligentemente di verificare i risultati clinici disposti d’urgenza, ritarda l’intervento salvifico risponde per omicidio colposo in caso di decesso del paziente.
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Caso di studio
Ad un chirurgo si rimproverava di aver violato le regole della diligenza professionale, in tal modo determinando l’evento mortale, in quanto, consapevole della situazione clinica del paziente, non aveva disposto o eseguito l’urgente intervento chirurgico ed aveva lasciato l’ospedale senza informarsi degli esiti degli esami clinici, affidando la paziente alle cure di un tirocinante, a cui non aveva dato alcuna specifica indicazione terapeutica.
Cosa dice la Cassazione
La IVa sezione penale della Corte di cassazione, con la sentenza numero 14505/2010 ha confermato il giudizio di responsabilità penale nei confronti del chirurgo.
Infatti, era evidenziato, quanto al profilo di negligenza, che se si fosse proceduto all’intervento chirurgico tempestivamente le probabilità di sopravvivenza della paziente sarebbero state ampiamente significative, quasi al limite della certezza, con la conseguenza che il ritardo dell’intervento al giorno successivo aveva fatto crollare drammaticamente probabilità di salvezza.
Anche in presenza di condizioni di salute non ottimali della paziente, la valutazione di un esito diverso e positivo dell’intervento, anticipato di un giorno rispetto alla sua esecuzione, sarebbe stato meno invasivo per maggiore consistenza del tessuto e l’estensione della resezione.
Il ritardo nell’intervento (ossia il comportamento alternativo lecito omesso), alla luce di dati clinici conseguenti agli accertamenti urgenti richiesti proprio dal chirurgo, aveva determinato una mortificazione tessutale che aveva aumentato la progressione della peritonite e la sua irreversibile ingravescenza.
Il nesso causale tra condotta negligente ed evento era ampiamente dimostrato.
Conclusioni
In conclusione, un chirurgo che a fronte di una conclamata urgenza, nonché in conseguenza di esami clinici urgenti richiesti, ne ignora gli esiti e ritarda l’intervento chirurgico salvifico, risponde in caso di omicidio colposo.
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